Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrirti servizi in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.

Do il consenso

Del divenire inarrestabile del cosmo l'artista é da sempre il crogiolo. Da queste trasformazioni è chiamato ad una nuova intimità con se stesso e con le cose che lo catturano e lo circondano. Tra le falde permeabili di questa realtà mi sono mossa in un viaggio che dalle strade di una città mi ha introdotta in una casa di studenti. Diverse formazioni intellettuali, provenienze, nazionalità, sensibilità, insieme a confrontarsi in un contesto comune come quello della casa che viene condivisa in una città. Ho analizzato gli ambienti ormai stratificati per circoscrivere le tracce di queste persone, del loro passaggio, i loro segni, nei principale luogo di incontro e scambio della casa: la cucina, e mi sono soffermata su alcuni dettagli e oggetti che fanno parte del loro vivere “comune” e della loro quotidianità. Questo microcosmo, come le metropoli inquinate e sovraffollate o le ordinate piccole città dei Nord Europa o una piazza o una stazione ferroviaria, ospita un divenire continuo, un incontrarsi, a volte potremmo supporre perfino problematico e conflittuale, di appartenenze diverse che vogliono/devono amalgamarsi. Qui gli oggetti di uso comune disposti in modo nuovo, casuale, accostamenti filtrati da gusti disparati, alludono a modi di reinventare nel quotidiano gesti e modi provenienti da diverse culture. In questo ri-vedere e ri-appropriarsi di riti di altre realtà sta quella che voglio chiamare “cosmopolita quotidianità”.