After the Human Colonialism

After the Human Colonialism
After the Human Colonialism
Bipersonale Samantha Torrisi | Ivan Terranova
a cura di Giuseppe Lo Magno, Valeria D'Amico
Lo Magno Arte contemporanea | Modica (RG)
30 dicembre 2023 - 29 febbraio 2024


AFTER THE HUMAN COLONIALISM
di Valeria D'Amico


Le ricerche di Samantha Torrisi ed Ivan Terrannova sembrano incontrarsi a dialogare più volte in diversi luoghi (aspetti) e in diversi nonluoghi (Marc Augé). La zona d’interesse più esplicita in questo progetto è l’insieme di istanti che ambedue dedicano, ognuno con propria sintesi, alla cura del proprio sguardo verso un concetto di rapporto con la natura intimo e delicato, che si scontra con una realtà tangibile fatta spesso di abuso e cannibalizzazione di questa.
L’antropizzazione del territorio è sempre più evidente, così come lo è il limite del ragionamento del sistema socioeconomico e culturale che prova a trovare soluzioni concrete strumentalizzando spesso teorie ecologiste e di sostenibilità, aggiustamenti marginali in una materia che, se non gestita da un punto di vista altĕro, finisce sempre per rientrare nella stessa logica di partenza, ottenendo risultati parziali ed incompleti.
Interessante al riguardo l’intervento del filosofo Roberto Mancini in un convegno di quest’anno: «Voi sentite sempre queste tre parole: sostenibilità, innovazione, inclusione. Sono parole che mentono perché sono come delle pezze che il sistema attuale ci offre per dire che si aggiusteranno le contraddizioni».
Sembrerebbe quindi essenziale mettere in discussione il nostro sistema sociale, la nostra cultura, i fondamenti del nostro stare al mondo. Non si tratta di fare qualche aggiustamento ma di provocare una conversione di base del comportamento sociale. Continua Mancini: «serve la generazione di un altro modo di stare al mondo, una nuova nascita». (*1)
After the Human Colonialism coinvolge i giovani della classe 4L indirizzo grafico del Liceo Leonardo di Brescia che, prendendosi cura del progetto grafico della mostra, hanno avvalorato il lavoro della galleria e scardinato principi estetici usuali. L’esposizione vuole dare spazio ad un’idea semplice: amore per la natura. Motto universale che in questo periodo storico ci chiede un’inversione nella banalizzazione del concetto: un rientro al valore semplice. Prendersi cura del modo in cui stare al mondo.
A tal proposito Leonardo Caffo, filosofo e scrittore in un interessantissimo articolo per Exibart, sostiene che «l’ambientalismo oggi è lo specchio inverso del problema che tenta di risolvere: se da un lato si è distrutto perché ci si è sentiti troppo importanti, dall’altro si vuole salvare tutto proprio perché è a rischio la nostra importanza. È per questo che il compito dell’ecologia fallisce: tende a caricare di antropocentrismo tutto, anche il suo presunto opposto». (*2)
Ed è proprio il termine specchio che trova un posto essenziale nella traduzione del lavoro di Samantha Torrisi. Come ben sintetizza Mario Gerosa: «Il mondo rappresentato nei quadri, che vivono come dietro lo specchio, in una dimensione propria, dove tutte le leggi fisiche sono sovvertite». (*3)
I paesaggi trasfigurano i propri confini in un movimento che a volte evoca le tecniche usate da Gerhard Richter e altre sembra attingere da una ripresa di Michelangelo Antonioni nella pellicola Blow-Up. L’artista, legata alla origini del suo percorso alla grammatica cinematografica, ancora oggi non ne nasconde il riverbero: l’indefinito dell’effetto video evocato dall’evanescenza delle ambientazioni, dal filtro estetico che crea tra l’immagine (reale o irreale) di riferimento e chi la guarda. Un percorso del quale oggi si apprezza il pieno possesso di un incisiva dinamicità e una padronanza simbolica.
Il tema del bosco affrontato in questo progetto fa parte della più recente produzione dell’artista. L’archetipo della selva fugge dai parametri di una riproduzione ovvia e diventa strumento per affrontare la trascendenza contemplativa a cui naturalmente tendiamo. Sovente nel bosco di Samantha, si possono incontrare segni-simbolo che, in una sorta di tacito “Grido dei Popoli”, ricordano in maniera poetica e femminile la grettezza dell’antropizzazione dei luoghi incantati da lei descritti: macchie o segni grafici (Dove Finisce l’Erba, 2022, olio su tela, 120×100), disturbi visivi che suggeriscono una presenza umana che turba la perfezione e gli equilibri della natura, strade e fili della corrente che diventano linee grafiche solo accennate (Untitled, 2023, olio su tela, 40x40).
Una narrativa votata ad un fine a perdita d’occhio dove le opere oltrepassano i propri perimetri divenendo infiniti spazi di storia osservabili da dietro uno specchio, da dove ci è consentito solo fermarci per la contemplazione.
I motivi per cui prendersi cura del discorso antropocentrico sono diversi e alimentano la riflessione, la produzione e l’azione, in un ecosistema corale nel quale arte, filosofia, moda ed interi sistemi socioeconomici fanno i conti con una necessaria inversione di rotta: una mitigazione tra obiettivi economici e risultati eco-sostenibili.
Nel frattempo si approda a nuove patologie come l’eco-ansia o disturbi depressivi da accelerazione del tempo che, percepito spesso come una mancanza, entra in conflitto con la funzionalità richiesta all’uomo dall’apparato sociale. Ed è proprio questa una delle carenze che allontana dal sereno rapporto con la natura: la mancanza di capacità di contemplazione e di partecipazione al naturale flusso delle cose per inseguire, invece, ritmi frenetici e discordanti.
Chi sopravvive è testimone della banalità del male. Ivan Terranova attraverso “Fabula”, in maniera profonda ed esplicita, ci conduce in un viaggio verso le origini, verso un incontro primordiale tra l’essere umano contemporaneo e la Natura.
Il progetto nasce da letture e ricerche scientifiche sulla scomparsa del lupo siciliano (Canis Lupus Cristaldii), il cui ultimo esemplare è stato abbattuto circa cento anni fa.
Una scomparsa determinante tanto per gli equilibri eco-sistemici, quanto per la perdita di un patrimonio storico/culturale. Il lupo, figura di rilievo negli epiloghi di molte fiabe destinate all’occidente, madre nella tradizione mitologica romana, lupa insaziabile nella novella di Giovanni Verga, compagna di vita per la giovane Mononoke nella pellicola di Hayao Miyazaki, è ancora oggi considerato il simbolo di un’anima selvaggia, di uno status vincente, di forza incondizionata.
Racconta l’artista: «da ragazzino avevo un poster con un lupo e sotto una frase di Henry David Thoreau, “In the wild is the preservation of the world”, un concetto importante che ho riscoperto insieme a tutti gli autori del proto-ambientalismo americano».
Così inizia una ricerca video-fotografica sulla presenza o assenza della specie del lupo e sulle relazioni e interazioni tra natura e cultura, tra il mondo animale che in maniera istintiva aderisce alla vita e il mondo razionale dell’uomo che sceglie di modularla a seconda delle proprie esigenze.
Dopo una serie di escursioni e lunghi tracciamenti, l’artista sceglie diverse aree dell’Appennino siciliano dove posiziona delle foto-trappole (strumenti usati dai cacciatori e dai biologici per mappare le specie). Gli strumenti hanno ripreso immagini meccaniche per più di un anno.
Quello che il lavoro di ricerca ha restituito sono immagini e video di una dimensione notturna non ancora interamente domata, un tempo ancestrale, una cine-isola che ci proietta in luoghi utopicamente condivisi da tutta la comunità dei viventi, uomini e animali.
Una video-installazione che evoca concetti archetipici e che rompe istantaneamente la sensazione di cecità contemporanea con un gioco di sguardi che si innesca da dietro a oltre lo schermo. Monitor a tubo catodico e proiezioni riproducono una serie di momenti di vita dei tantissimi animali che abitano questi luoghi.

Art. 9 Principi fondamentali – Costituzione della Repubblica italiana
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.
La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
L’ultimo comma è stato aggiunto grazie alle modifiche apportate dalla legge costituzionale dell’11 febbraio 2022, n.1.

Samantha Torrisi e Ivan Terranova estetizzano una parte della loro Sicilia con amore smisurato.
Tipico per chi fa arte da queste parti. Il discorso sul territorio è quasi un rito. Una verticalità che tiene salde le radici e genera una spinta verso il cielo.
After the Human Colonialism non vuole fare denuncia ma proporre piccoli “tips” per una riflessione sull’antropocentrismo ma soprattutto creare una rappresentazione energica di quello che i giovani del nostro territorio producono anche come reazione al contesto socio-culturale e ambientale.

(*1) Roberto Mancini: “Quanta fretta ma dove corri? Incontro con il filosofo Roberto Mancini”. Icaro Tv. Youtube
(*2) Leonardo Caffo: "A chi importa se il mondo brucia". Exhibart 121-settembre-ottobre 2023
(*3) Mario Gerosa: "Gli specchi di nebbia di Samantha Torrisi". AD Italia-31 ottobre 2019


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